sabato 10 dicembre 2011

Le euro-bugie sulle pensioni

Articolo tratto da nuovoconsumo.
Mezza pensione.  In Italia gli uomini vanno in pensione poco dopo i 60 anni, in Germania a 61 e in Francia a 59. Quindi anche altrove esistono meccanismi tipo le pensioni di anzianità che a noi ci chiedono di abolire, altrimenti non si capirebbe come mai in Germania, dove l'età di pensionamento di vecchiaia è 65 anni e va per i 67, si continua a andare a riposo a 61.
Ma - si dice- il problema è che l'Italia spende troppo per le pensioni: il 14,1 per cento del Pil contro il 10,5 della Germania e il 9,5 della Spagna. A smentire questo luogo comune ci pensa Felice Roberto Pizzuti, docente di economia alla sapienza di Roma:
La comparazione è falsata perchè Eurostat include anche il Tfr tra le prestazioni pensionistiche italiane e noi sappiamo che il Tfr non è una prestazione pensionistica, ma è semplicemente salario differenziato. Inoltre, in Italia i prepensionamenti a seguito di crisi aziendali diventano spesa pensionistica - prosegue Pizzuti -, in altri paesi, invece, sono considerati interventi di politica industriale. In Germania, per esempio, i soldi che escono dagli enti pensionistici sono esattamente quelli che entrano nelle tasche dei pensionati e la spesa pensionistica viene contabilizzata al netto di ciò che viene pagato. In Italia, invece, viene registrato come spesa pensionistica il lordo erogato, inclusa la ritenuta d'acconto
Poichè dal punto di vista contabile ciò vale due punti e mezzo di Pil, se togliamo dal computo questa spesa e il punto e mezzo del Tfr, la differenza tra Italia e Germania scompare del tutto e la spesa pensionistica italiana rientrerebbe perfettamente nella media europea.



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