domenica 15 novembre 2009

Parte il Giro del Rwanda "E’ la festa della bicicletta"

KIGALI (Rwanda), 15 novembre 2009 – Otto tappe, di cui una a crono, 1069 chilometri, 28 gran premi della montagna. Dodici squadre, ciascuna di sei corridori, totale 72. Due squadre nazionali del Rwanda, altre sette squadre nazionali (Uganda, Kenya, Egitto, Marocco, Costa d’Avorio, Gabon e Camerun), tre di club (una del Burundi, una francese del Castelsarrasin, una olandese del Global Cycling). E sei maglie in palio: gialla del primo nella generale, a pois per la montagna, verde a punti, bianca per gli under 24, blu per il migliore ruandese, rossa per la combattività.


Il Giro del Rwanda 2008.
nuovo corso —
Domani comincia il Tour of Rwanda. Prima edizione, la prima di un nuovo corso, perché la prima del vecchio – caotico, avventuroso, spontaneo – risale al 1989. Organizzazione francese, logistica ruandese. E un entusiasmo incontenibile. “Il ciclismo è il solo sport che va verso il popolo”, declama Joseph Habineza, ministro dello Sport e della Cultura, il principale sponsor della manifestazione. “Crediamo nel ciclismo. La bicicletta fa parte della nostra storia: come mezzo di trasporto, lavoro, piacere, adesso anche come sport. E vogliamo che il nostro Tour diventi, ogni anno, più alto, più bello, più divertente”.
tanti sponsor —
Per allestire questa compagnia ambulante, la Federazione ciclistica ruandese ha coinvolto come sponsor l’istituzione Rwanda Development Board e la banca Western Union, poi l’assicurazione Rama, la compagnia telefonica Mtn, la casa automobilistica Atc-Rwanda Sa e il Comitato nazionale della lotta contro il genocidio, infine ha trovato la collaborazione di Radio France International e di 89,7 FM, le compagnie aeree Kenya Airlines e Brussels Airlines, la Coca-Cola e la Soras, la Sulfo Rwanda Industries, le compagnie nazionali del tè e del caffè. “E siamo stati così convincenti prima ancora di cominciare – sostiene il ministro Habineza, che alla conferenza stampa si è sportivamente presentato in tuta verde, polo bianca e scarpe da corsa – che il prossimo anno raddoppieremo: non solo il Tour of Rwanda, ma anche i campionati africani di ciclismo”. Il totale dei premi è 18.446 euro (è la moneta ufficiale del Tour; la moneta locale è il franco ruandese, mille franchi ruandesi equivalgono a 2 dollari e a 1,4 euro). Al vincitore di tappa vanno 482 euro, al secondo 240, al terzo 120, al quarto 60, al quinto 48, al sesto e al settimo 36, all’ottavo e al nono 24, dal decimo al ventesimo 12. Al vincitore finale ne andranna 1300, al secondo 750, al terzo 500, a scalare fino al ventesimo, che guadagnerà 20 euro.




Scatta domani da Kigali il Giro del Rwanda.


“festa della bicicletta” —
Il Rwanda è all’equatore, circondato da Congo, Uganda, Burundi e Tanzania. Un po’ più grande della Lombardia (23 mila metri quadrati), un po’ meno affollato (8 milioni). E’ il Paese delle mille colline, dei vulcani e dei gorilla. E’ il Paese che nel 1994, fra aprile e luglio, fu teatro di un genocidio (800 mila persone) cui il mondo ha assistito ignorante e inerme. Ed è un Paese povero: la mortalità infantile supera il 10%, l’aspettativa di vita è sui 40 anni. La capitale è Kigali, a 1500 metri di quota, quasi un milione di abitanti: vivace ma non chiassosa. Venticinque gradi, sole, temporali. I colori ufficiali venivano dalla terra: rosso, giallo e verde. Adesso la bandiera ha fasce azzurra, gialla e verde. Qui non solo colori, ma anche sapori, umori, odori. Roba forte, autentica. “Il ciclismo – spiega Aimable Bayingana, presidente della Federazione ciclistica ruandese e presidente del Comitato organizzatore – è la festa della bicicletta. E ogni bicicletta in più è una macchina in meno”. Domani la prima tappa: Kigali-Rubavu, 148,9 km, sei gran premi della montagna, il più alto è l’ultimo e sfiora quota 2500, la Cima Coppi del Tour of Rwanda.





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