Oggi ho commentato un articolo su la Repubblica.it esternando la mia posizione favorevole ai tagli ai fondi ordinari che vengono distribuiti ai docenti e ricercatori universitari.
Giustamente un altro commentatore ha replicato alle mia affermazione con questo commento: «Per microliberismo...... sei veramente contento della riforma universitaria? Io sono stato uno studente universitario a cavallo della riforma universitaria. Ho studiato informatica, e nel mio primo anno di studi mi sono dovuto confrontare con un sistema universitario molto severo. Infatti pochi erano i laureati per anno. Certamente erano però super preparati.... invece ora la laurea ha perso di valore.... svalutata. Tutti passano gli esami (stile USA... frequenti e passi) e a flotte si laureano. E' questo che vogliamo? Che tutti abbiano un foglio di carta da appendere nello studio per pavoneggiarsi??? Miei colleghi laureati alla specialistica che a stento riuscivano a programmare (le basi dell'informatica). Bella questa riforma.... ora leviamo anche i fondi... ma si... perché non avere tutte le università private? Almeno la classe politica potrà dare loro le nozioni a cui sono interessati.... non credo che ci vogliano dotti e informati (ben informati).... sarebbe troppo scomodo. »
Come nel mio diritto ho scritto una replica a questo commento dicendo alcune cose fondamentali affinché fossero chiari alcuni punti:
1) la riforma in questione, quella a cui si riferiva aquilanonero è la famosa 3 + 2 che ha reso l’Università italiana una barzelletta. Questa riforma è stata fatta dal ministro Berlinguer e non da un governo di Berlusconi.
2) il governo Berlusconi vuole tagliare i fondi ordinari. Questi fondi servono a finanziare circa duemila euro all’anno a ciascun professore o ricercatore. Faccia o non faccia ricerca. Quindi pochissimi soldi e insufficienti per fare ricerca, ma che sono tantissimi se sommati tutti insieme. I pochi ricercatori e professori seri, infatti, ottengono i soldi necessari per la ricerca presentando progetti che vengono finanziati da fondi straordinari.
3) I fondi per l'università sono diventati scarsi perchè dopo l'autonomia universitaria sono nati tantissimi corsi e facoltà inutili, spesso doppioni, facendo crescere esponenzialmente i costi.
3) I fondi per l'università sono diventati scarsi perchè dopo l'autonomia universitaria sono nati tantissimi corsi e facoltà inutili, spesso doppioni, facendo crescere esponenzialmente i costi.
Per questo credo che tagliare i fondi ordinari o quantomeno distribuirli con criteri diversi è doveroso.
Non so per quale motivo, ho inviato questa replica più volte ma la Repubblica non l'ha mai pubblicata. Purtroppo l'opinione diffusa tra gli studenti è che sia stato qualche governo Berlusconi a ridurre l'Università italiana in queste condizioni. Purtroppo chi si è macchiato di questo grave delitto, ripeto, è Berlinguer nel 2001 e tutti i Rettori e Baroni compiacenti che hanno visto in quella riforma l'opportunità di sistemare parenti e protetti vari. Per questo Berlusconi comincia a diventare simpatico anche a chi non condivide le sue idee politiche.
io credo che innanzitutto bisognerebbe considerare la situazione degli studenti lavoratori che con il 3+2 non sono affatto facilitati. Come si fanno a dare 5 esami in 3 mesi??? è assurdo!! io sono stata costretta a iscrivermi ad unisu (un'università telematica) per studiare economia e lavorare allo stesso tempo... vediamo se davvero questa situazione cambierà e anche gli studenti lavoratori potranno essere liberi di avere una vita universitaria normale!
RispondiEliminaElena hai perfettamente ragione. L'atro orrore della riforma Berlinguer è stata quella di introdurre i crediti e di mettere la frequenza dei corsi obbligatori. Non capisco però perchè l'opinione pubblica cerca di attribuire questa riforma ad un governo Berlusconi quando invece è stata fatta dalla Sinistra. Berlinguer 2001. Berlusconi ha la colpa di non averla tolta, ma attribuire tutte le colpe a Berlusconi non fa che rendere il cavaliere un po' più simpatico a chi conosce le cose. Anche a chi non ha intenzione di votarlo.
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