mercoledì 13 maggio 2009

Visto che la Repubblica continua inspiegabilmente a censurarmi, scrivo la mia replica ad Aquilano nero sul mio blog.

Oggi ho commentato un articolo su la Repubblica.it esternando la mia posizione favorevole ai tagli ai fondi ordinari che vengono distribuiti ai docenti e ricercatori universitari.

Giustamente un altro commentatore ha replicato alle mia affermazione con questo commento: «Per microliberismo...... sei veramente contento della riforma universitaria? Io sono stato uno studente universitario a cavallo della riforma universitaria. Ho studiato informatica, e nel mio primo anno di studi mi sono dovuto confrontare con un sistema universitario molto severo. Infatti pochi erano i laureati per anno. Certamente erano però super preparati.... invece ora la laurea ha perso di valore.... svalutata. Tutti passano gli esami (stile USA... frequenti e passi) e a flotte si laureano. E' questo che vogliamo? Che tutti abbiano un foglio di carta da appendere nello studio per pavoneggiarsi??? Miei colleghi laureati alla specialistica che a stento riuscivano a programmare (le basi dell'informatica). Bella questa riforma.... ora leviamo anche i fondi... ma si... perché non avere tutte le università private? Almeno la classe politica potrà dare loro le nozioni a cui sono interessati.... non credo che ci vogliano dotti e informati (ben informati).... sarebbe troppo scomodo. »

Come nel mio diritto ho scritto una replica a questo commento dicendo alcune cose fondamentali affinché fossero chiari alcuni punti:

1) la riforma in questione, quella a cui si riferiva aquilanonero è la famosa 3 + 2 che ha reso l’Università italiana una barzelletta. Questa riforma è stata fatta dal ministro Berlinguer e non da un governo di Berlusconi.

2) il governo Berlusconi vuole tagliare i fondi ordinari. Questi fondi servono a finanziare circa duemila euro all’anno a ciascun professore o ricercatore. Faccia o non faccia ricerca. Quindi pochissimi soldi e insufficienti per fare ricerca, ma che sono tantissimi se sommati tutti insieme. I pochi ricercatori e professori seri, infatti, ottengono i soldi necessari per la ricerca presentando progetti  che vengono finanziati da fondi straordinari.

3) I fondi per l'università sono diventati scarsi perchè dopo l'autonomia universitaria sono nati tantissimi corsi e facoltà inutili, spesso doppioni, facendo crescere esponenzialmente i costi.

Per questo credo che tagliare i fondi ordinari o quantomeno distribuirli con criteri diversi è doveroso.

Non so per quale motivo, ho inviato questa replica più volte ma la Repubblica non l'ha mai pubblicata. Purtroppo l'opinione diffusa tra gli studenti è che sia stato qualche governo Berlusconi a ridurre l'Università italiana in queste condizioni. Purtroppo chi si è macchiato di questo grave delitto, ripeto,  è  Berlinguer nel 2001 e tutti i Rettori e Baroni compiacenti che hanno visto in quella riforma l'opportunità di sistemare parenti e protetti vari. Per questo Berlusconi comincia a diventare simpatico anche a chi non condivide le sue idee politiche.




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2 commenti:

  1. io credo che innanzitutto bisognerebbe considerare la situazione degli studenti lavoratori che con il 3+2 non sono affatto facilitati. Come si fanno a dare 5 esami in 3 mesi??? è assurdo!! io sono stata costretta a iscrivermi ad unisu (un'università telematica) per studiare economia e lavorare allo stesso tempo... vediamo se davvero questa situazione cambierà e anche gli studenti lavoratori potranno essere liberi di avere una vita universitaria normale!

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  2. Elena hai perfettamente ragione. L'atro orrore della riforma Berlinguer è stata quella di introdurre i crediti e di mettere la frequenza dei corsi obbligatori. Non capisco però perchè l'opinione pubblica cerca di attribuire questa riforma ad un governo Berlusconi quando invece è stata fatta dalla Sinistra. Berlinguer 2001. Berlusconi ha la colpa di non averla tolta, ma attribuire tutte le colpe a Berlusconi non fa che rendere il cavaliere un po' più simpatico a chi conosce le cose. Anche a chi non ha intenzione di votarlo.

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